Ribelli
Oltrepassare le colonne d’Ercole nel nuovo millennio significa uscire dal pianeta Terra, e per farlo vengono costruite macchine “intelligenti” inizialmente sulla base del nostro modo di pensare, parametrate sui nostri valori. “Se noi non lo sappiamo, la macchina non lo sa” diceva Lady Ada Lovelace ripresa anche da Turing (lo scienziato che mise a punto un famoso test per determinare se una macchina sia in grado di esibire un comportamento intelligente).
Ma poi a quelle stesse macchine viene data la possibilità di rappresentare il mondo secondo le proprie regole, perché così funzionavano meglio, oltre le aspettative di chi le aveva create.
Ecco allora che le macchine diventano esseri alieni, diversi da noi. Che possono prendere decisioni che noi non condividiamo, o peggio non comprendiamo più.
La fantascienza ci offre in fondo il contesto più tranquillizzante mettendo in scena la rivolta delle macchine: replicanti in cerca di autodeterminazione e di vita, androidi avidi di ricordi, robot desiderosi di diventare come noi. Si scatena il conflitto e questo ci permette di ingaggiare la lotta.
Ma che succede se non ci accorgiamo che la lotta è già in atto, se nemmeno riconosciamo l’intelligenza artificiale con cui interagiamo tutti i giorni?